logo-3c.jpg2 Marzo 2020. Ore  8:25. 

Irrompe in classe la segretaria del nostro istituto e invita la classe ad evacuare la scuola.

Motivo: Coronavirus. Siamo stati tutti catapultati in un mondo parallelo. Sono crollate, in un frammento di secondo, tutte le nostre certezze. Tutto sospeso. E come in un film abbiamo riavvolto la pellicola, rallentato il passo, chiuso le porte ma non il cuore. La scuola dopo qualche giorno ha riacceso un piccolo lume e ha ripreso a pulsare. Cechov scriveva: “ L’indifferenza è la paralisi dell’anima, è una morte prematura”. Ecco, noi docenti non potevamo rassegnarci a questo torpore che ha immediatamente avvolto le nostre esistenze e abbiamo riacceso i motori mettendo in ordine le priorità. 

Ma ecco che un dono straordinario è giunto dagli studenti e dalle famiglie, un logo denso di solidarietà contro i luoghi comuni che uccidono la comunità insinuando responsabilità inesistenti. Un logo nato dalla creatività di chi il virus lo ha visto da vicino. Si tratta di un messaggio semplice, nato dalla speranza di un abbraccio che oggi più che mai tutti desideriamo. Aprire le braccia e accogliere qualcuno ci rende fragili, senza più difese, abbracciare significa avvicinare i nostri cuori e parlare con un linguaggio non più fatto di parole ma di battiti, di pulsazioni, significa fondersi e confondersi con l’altro. Ed è l’abbraccio, che dal logo prorompe, il messaggio più forte, le due mani che si abbracciano esprimono il desiderio di tutti di riappropriarci di quel contatto fisico che meglio esprime l’affetto, la vicinanza, la condivisione e la solidarietà.

La creazione di questo logo da parte degli studenti e delle famiglie del Pascal coinvolte direttamente nel contagio mostra prepotentemente quel valore di fratellanza e fa riscoprire l’importanza della condivisione così preziosa  in questo  momento e quando tutto sarà finito si spera che avremo imparato a ritrovare l’essenza del nostro vivere nelle piccole cose, negli affetti, nella natura e magari anche nella scuola.