Pomezia, 25 febbraio 2022  

In riferimento e risposta all’articolo pubblicato  il 19 febbraio scorso su “Il Corriere della città”, a cura della sig.ra M. Sorrentino, questa istituzione deve rilevare che non si è tenuto conto, nell'articolo riportato sul giornale, che il nostro liceo ha pubblicato, prima dell’inizio delle iscrizioni, criteri di precedenza chiari e trasparenti, deliberati all’unanimità nella seduta del CDI del 29 novembre 2021, perché le famiglie ne fossero a conoscenza.

I toni adoperati minimizzano, trattando con estrema superficialità, l’impegno che questa istituzione ha da anni per non lasciare indietro nessuno. Le interlocuzioni con gli enti preposti per sollecitare attenzione al cronico problema della mancanza degli spazi dovrebbero ormai essere una questione nota sul territorio. Si è parlato, nell’articolo suddetto, a proposito del sorteggio effettuato, motivato dal numero di domande di iscrizione ricevute, in esubero rispetto agli spazi disponibili, di una “dote molto più importante: la fortuna. Ed essere estratti dal cilindro”, per “avere accesso a questa scuola”. Anche evitando di sottilizzare sul fatto che la fortuna non è una dote, si parla in questi termini di un’istituzione che sul territorio è un punto di riferimento (e il numero di iscrizioni lo conferma), istituzione che negli ultimi anni ha convertito tutti i suoi laboratori in aule per accogliere tutti.

Paradossale poi che si dica che “la bravura nulla conta”: non è affatto vero. Se si leggono i criteri prima citati, i requisiti riguardano la viciniorietà e il merito (quest’ultimo, per l’indirizzo classico e scientifico, con peso minore rispetto allo scorso anno, perché chi sia di buona memoria ricorderà senz’altro che, proprio lo scorso anno, questa istituzione fu tacciata di avere velleità di scuola d’elite per aver introdotto criteri di merito, in realtà per non escludere dall’accesso chi abitasse più distante, come l’utenza di Ardea); ed anche in quella occasione la scuola ha dovuto spiegare il suo operato, per difenderlo da chi aveva totalmente stravolto le sue buone intenzioni.

Per quanto concerne nello specifico i titoli sportivi per l’accesso al liceo di indirizzo sportivo, sempre nei criteri pubblicati, è chiaramente indicato che si terrà in considerazione un titolo solo, quello di livello più alto, ed una classificazione sola, quella di livello più alto;

sempre per lo sportivo, sul fatto che “solo 27 di loro sono stati accettati”: anche questo era chiaramente detto sui criteri pubblicati, nella parte iniziale, dove si dice che si formerà una sola prima di indirizzo sportivo; la classe prima di sportivo quindi doveva essere composta dai primi 27 alunni della graduatoria, stilata secondo i criteri deliberati e pubblicati sul sito della scuola.

Il giorno 14 febbraio  si è proceduto a sorteggio pubblico di 5 studenti tra i 9 con punteggio 23. Il sorteggio si è svolto in modalità online e sono stati invitati tutti gli interessati.

I 52 che non sono rientrati nelle prime 27 posizioni sono stati  inseriti nella graduatoria della seconda priorità dichiarata (scientifico tradizionale o classico) o smistati nella scuola di seconda scelta.

Il disappunto ed altre forme di protesta, anche sui social, hanno assunto forme assai poco civili, quando non decisamente aggressive. Dire “sarebbe bastato aprire quelle mail e valutarle” significa non tenere in alcun conto né avere  il minimo riguardo per un lavoro enorme fatto, dalla Dirigenza, dai suoi collaboratori e dalla segreteria, che hanno letto, uno per uno, i documenti ricevuti e sollecitato le famiglie quando essi siano risultati incompleti.

Ed infine l’ironico ringraziamento al Pascal fa decisamente male a chi lavora da anni con dedizione e che mai vorrebbe arrivare ad un sorteggio; a chi, proprio per non infrangere sogni (perché anche questo è stato detto nell’articolo cui rispondiamo), si è interfacciato infinite volte con gli enti preposti che dovrebbero fornire gli spazi, per rispondere alle esigenze del territorio.

La scuola è l’ultimo anello di una catena che dovrebbe funzionare, pertanto non è imputabile al Pascal se non tutti hanno potuto accedere. Dovrebbe essere chiaro a chiunque che la scuola deve garantire innanzitutto sicurezza, e che pertanto risulta impossibile accogliere più studenti rispetto agli spazi che li possono contenere (come si è ricordato prima, tutti i laboratori ed altri spazi didattici sono stati in questi anni convertiti in aule).

Come istituzione preposta alla formazione, possiamo solo augurarci che questa ennesima necessità di difendere il nostro operato possa sollecitare chi di dovere ad intervenire per risolvere il drammatico problema della mancanza di spazi .

E non manchiamo neanche di augurarci che proteste, disappunti e azioni di questo genere siano indirizzate a chi deve risolvere il problema, non alla scuola che è anch’essa vittima dell’inadempienza e dei ritardi burocratici del sistema.

Per il Consiglio di Istituto

Il Dirigente scolastico

Prof. ssa Laura Virli