INAUGURAZIONE QUADRO DETENUTO
Il giorno 1° marzo 2023, alle ore 11.10, alla presenza del Vicedirettore del carcere di Rebibbia nc, dott.ssa Laura Fazzioli, dell’Ispettore di Polizia Penitenziaria del reparto G8 Dott.ssa Cinzia Silvano e dei Rappresentanti di Istituto dei genitori e dei ragazzi, nonché di tutti i rappresentanti di classe degli studenti, e con la partecipazione via Meet della preside Prof.ssa Laura Virli, è stata inaugurata l’esposizione di un quadro donatoci da Alessandro Ponza, un artista detenuto presso la casa circondariale di Rebibbia nuovo complesso.
Dopo una brillante presentazione di Federico Ripa del percorso fatto dagli studenti delle classi quarte e quinte col progetto “Libertà e carcere”, che tra l’altro ha mostrato foto e video degli eventi dello scorso anno, tra cui l’incontro coi detenuti di Rebibbia nc, la professoressa Virli ci ha salutati e si è detta molto soddisfatta dell’evento, incoraggiandoci a proseguire nel progetto.
La vicepreside prof.ssa Anne-Marie Peduto ha poi salutato i presenti da parte della DS, che non era potuta essere presente, e poi uno studente ha letto la lettera che il detenuto ci ha scritto quando ci ha regalato il quadro, una lettera che ha emozionato tutti i presenti e della quale si riporta una parte:
“Una mattina di alcuni mesi fa ho avuto l’onore di ricevere la visita di una squadra di liceali, i quali, oltre ad essere stati estremamente cordiali, sono rimasti estasiati vedendo ciò che faccio nel mio piccolo atelier.
Tutto è nato mentre guardavo fuori la finestra, attraverso delle sbarre gelide. Arrugginite. Ero completamente affascinato dal volo di un uccellino. Dentro di me pensavo a quanto sarebbe bello volare e ad un certo punto mi sono perduto dietro a quel pensiero.
È stato proprio in quel momento che ho capito quanto sia importante perdersi per poi ritrovarsi. Quando pensiamo al termine “perdere”, la prima cosa che avvertiamo è angoscia e la negatività ci affligge. No! Non deve essere così. Proprio grazie a quell’uccellino ho capito appunto quanto sia importante perdere le paure, il disagio e la vergogna che ci bloccano al punto di perdere l’occasione di ottenere ciò che tanto desideriamo, ma soprattutto perdere i pregiudizi. Ho pensato di rappresentare una bambina che contempla un volatile in lontananza al fine di trasmettere un messaggio chiaro: bisognerebbe insegnare ai propri figli tutto questo sin dall’infanzia, esortandoli a non abbattersi mai e a non aver paura di perdersi. Per questo l’ho intitolato “following a bird”, seguendo il volo di un uccello. In inglese è più gagliardo! Ho lasciato in custodia alcuni miei quadri in modo tale da arricchire questa splendida giornata, ma non dimentico la promessa, tra l’altro, che avevo fatto a dei giovanotti di un liceo di cui, mio malgrado, non ricordo il nome. Avevo promesso una mia opera e following a bird l’ho creata sin dal primo istante proprio per loro, l’ho dipinta con tutta la mia anima. Quando ti innamori si dice sempre… è come volare, e io sto volando che è meglio di camminare. Quando dipingo, viaggio nell’universo visitando l’infinito… e mi sento libero.
Penso sia futile descrivere le mie opere. L’arte non va spiegata, l’arte va ammirata. Ogni messaggio trasmesso attraverso la propria sensibilità non è altro che la fotografia di ciò che sentiamo nell’animo, e nell’animo siamo liberi di sentire ciò che vogliamo, prima di tutto con noi stessi. Auguro a tutti voi di ricercare nell’amore per la vita i viali più luminosi dell’essenza umana.
Con stima
Alessandro Ponza”
I presenti si sono poi recati nel corridoio antistante la presidenza, dove è stato affisso il quadro con accanto la trascrizione della lettera dell’artista.
Il quadro, insieme ad altri quadri dell’artista, era stato consegnato alla scuola in occasione della Notte dei Licei, durante la quale la classe 5C li aveva esposti e aveva presentato il percorso “Libertà e carcere”.
Possiamo solo ringraziare il direttore del carcere di Rebibbia nc, dott.ssa Rosella Santoro e tutti i suoi collaboratori, per aver reso possibile questo dono e questo evento.
Prof.ssa Barbara Zadra